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sabato 5 novembre 2011

Ho pubblicato un libro...

Calma, non correte in libreria a cercare un libro con la mia firma, il titolo del post non si riferiva a me ma ai fuffari aspiranti guru.
A quanto sembra sono convinti che pubblicare un libro, sulle scie chimiche, i templari, il signoraggio e chi più ne ha più ne metta, impressioni i possibili gonzi paganti (se comprano il libro dimostrano di essere senza dubbio dei pgp).
Bisogna dire la verità, in un paese come il nostro, in cui si legge pochissimo, il presentarsi come scrittore che ha pubblicato un libro riesce ancora ad impressionare molti sprovveduti. Anche se siamo nell'era dell'editoria elettronica e molti testi sono disponibili gratis, o a poco prezzo, in rete, un tomo cartaceo, magari con una vivace copertina su cui campeggia il nome dell'autore (da notare: molti autori di successo pubblicano firmandosi con uno pseudonimo, tutti gli autori di mezza tacca vogliono il loro nome bene in chiaro...) induce (molti sprovveduti) ad attribuire all'autore un'importanza  ed un'autorevolezza che questi è bene lungi dal possedere.
Chi conosce i meccanismi dell'editoria attribuisce a queste performance librarie il valore che realmente hanno: poco o nulla. Se si va a vedere chi ha pubblicato questi libri ci si ritrova davanti ad un elenco di case editrici le cui collane cercheremmo inutilmente anche in una fornita libreria; si tratta di quegli editori che pubblicano con "contributo dell'autore", in pratica sono editori il cui mercato non è costituito dai lettori, ma dagli autori che pagano per far stampare le proprie opere. Normalmente la distribuzione e la diffusione dei libri prodotti in questo modo è, a dir poco, carente; del resto l'editore non ha alcun interesse ad affrontare la spesa (notevole) per pubblicizzare un libro che, quasi sicuramente, non interesserà a nessuno, il suo guadagno l'ha già fatto alle spalle dell'autore.
Di norma l'autore deve acquistare almeno un centinaio di copie, il resto della tiratura (che in genere non supera le 3-400 copie) rimane nei magazzini dell'editore che, dopo un certo tempo, dovrà far posto a nuovi libri, quindi contatterà l'autore proponendogli di acquistare, a prezzo ridotto, le copie invendute in caso contrario il tutto finirà al macero. Credo che buona parte degli scrittori fuffari acquistino le copie per cercare di venderle in occasione di conferenze e convegni, questo spiegherebbe il banchetto carico di libri che si trova sempre in queste occasioni.
Dite che esagero e parlo per sentito dire? Ma niente affatto, ho conosciuto uno di questi editori, era il postino che per anni è passato da casa mia, morto casualmente in un incidente si scoprì che nel corso degli anni aveva accumulato un non tanto piccolo patrimonio, non con il suo stipendio di dipendente delle poste ma dirigendo, nel tempo libero una "casa editrice" che pubblicava praticamente tutto. I libri pubblicati apparivano nelle vetrine di un paio di cartolibrerie cittadine che li tenevano in mostra per qualche settimana, così gli autori erano felici, potevano far vedere ad amici e parenti, tralasciando quella noiosa faccenda del pagamento, che il loro talento di scrittori era stato finalmente riconosciuto.

8 commenti:

  1. Nel pendolo di Facault di Eco, i protagonisti lavoravano in una di queste case editrici che si chiamava Manuzio

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  2. Nel pendolo di Facault di Eco

    Dalle parti degl'indipezzenti si dice "pendolo di FAKEoult":)))))

    ilpeyote ma annatevene aff... voi straccioni e chi non ve lo dice :)))))

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  3. Foucault.

    Sì, ce ne sono centinaia di queste case editrici. Un supermegacomplottista a margine di una sua «conferenza» mi diceva che «quelli delle Edizioni ***** mi censurano, per questo pubblico per una casa indipendente».

    Ero ad una fiera del mistero, e TUTTE le bancarelle erano piene di libri-spazzatura di tale casa editrice...

    Lasciai passare la cosa, c'erano ben altre osservazioni che gli stavo muovendo. La discussione finì con lui che mi urlava «CI VORREBBERO LE BOMBE!!!»

    Gente davvero democratica.

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  4. Certo che siete cattivi a nominare Eco.. sapete che Zret legge avidamente tutti i nostri blog e gli fate venire un travaso di bile. :D

    Non si nomina Umberto agli scrittori mancati.

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  5. Nico, ho nominato apposta Eco perchè sono mooolto cattivo :D

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  6. Oops, ho sbagliato a scrivere, in effetti e' Foucault, errore di sbaglio :D

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  7. Non è che uno scrittore che pubblica un libro poi "impressiona gli sprovveduti".
    Diciamo che vi fa rosicare, tanto che gli dedicate un post dal solito tono sbeffeggiante.
    Bravi.
    Scrivi un libro anche tu e poi si vedrà.

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